Il ragazzo si farà

Civitanova Marche (MC) – Serata ricca di spunti di riflessione quella andata in scena giovedì sera presso la parrocchia di San Gabriele a Civitanova Marche.
L’incontro sul tema “Il ragazzo si farà”, ovvero sull’approccio più corretto da parte di famiglia e Società verso i ragazzi che intraprendono il percorso del Settore Giovanile, organizzato dall’Academy Civitanovese, è stato un successo di pubblico e interesse.
A trattare in maniera appassionata ed esaustiva il tema, è stato Massimiliano Zazzetta, ex calciatore professionista e già istruttore nello scorso Camp Estivo della Società rossoblù, che ha risposto volentieri ad alcune domande utili ad illustrare le dinamiche e le difficoltà più comuni nel difficile percorso di crescita dei ragazzi.
Le parole della canzone “La leva calcistica della classe ‘68” sono state lo spunto per un proficuo dibattito tra Leandro Vessella, Responsabile Tecnico dell’Academy, ed il difensore ex Pisa, Como, Fano, Teramo, Samb e Viterbese, ora stimato tecnico e dirigente di settori giovanili, esempio di professionalità per tutto il territorio marchigiano.
“Il Settore Giovanile – ha esordito Zazzetta – è spesso un luogo d’attesa, dove tutti, specie i genitori con le loro alte aspettative, attendono la maturazione di un futuro campioncino. Il ragazzo però deve prima diventare un futuro grande uomo. Per questo il Settore Giovanile ideale è quello in cui i ragazzi arrivano con il sorriso ed escono con il sorriso, quello che non ci si deve mai scordare di divertirsi e di giocare, oltre a ricevere le nozioni tecniche e comportamentali. Il Settore Giovanile ideale non imbriglia il ragazzo in un eccesso di tattica, tecnica e ossessività di schemi, ma lo lascia anche libero di esprimersi, muoversi e sperimentare, sviluppandone personalità, intelligenza e velocità di pensiero”.
“Per arrivare ad un positivo percorso condiviso tra famiglie e Società – ha proseguito Zazzetta – bisognerebbe che entrambi stabilissero e condividessero sin dal principio gli stessi valori, con il supporto anche della scuola. La cultura dell’attesa e non della soddisfazione istantanea, il rispetto di ambienti, società ed avversari, una certa cura nello stile di vita personale e familiare ed il concetto della responsabilità ne sono un esempio”.
“Il panorama dei Settori Giovanili in Italia – si è detto in chiusura – non vive un momento particolarmente felice, offre spesso purtroppo tanta improvvisazione ed incompetenza, non solo tecnica, ma anche organizzativa e strutturale in chi li gestisce. Questo vale anche nel mondo professionistico. Bisognerebbe invece cercare sempre di dare il meglio ai ragazzi, ed ecco perché mosche bianche come l’Academy e tutte quelle realtà che, anche nei dilettanti, offrono invece organizzazione e competenza, dovrebbero essere lodate. Il fulcro deve essere l’unicità del ragazzo: una individualità da sviluppare e da mettere poi in relazione con il gruppo attraverso il gioco di squadra”.

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